Il nostro miele

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Non tutti sanno che le denominazioni del miele sono in taluni casi ingannevoli. Sappiamo infatti che le api sono in grado di bottinare fino a tre chilometri di distanza dall’alveare e non sempre scelgono il nettare del frutto indicato nell’etichetta. Ciò accade laddove vi siano grandi estensioni di monocolture o laddove le fioriture specifiche siano limitate in finestre temporali. Ad esempio se ci troviamo in un bosco di castagni e raccogliamo il miele soltanto nel periodo di giugno, ci ritroveremo miele di castagno o a prevalenza di castagno.

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La Puglia è una regione nella quale è difficile trovare le monoculture classiche del miele commerciale (acacia, castagno, eucalipto, girasole, etc.). La nostra regione offre tuttavia, specie nella zona murgiana, numerose varietà di fruttiferi concentrate per lo più nel periodo iniziale della primavera (mandorlo e ciliegio). Successivamente sono i fiori di campo ad attrarre le nostre amiche (trifoglio incarnato, erba medica, ginestrino, facelia) e ancora poi i rovi che abbondano lungo i nostri muretti a secco. L’estate è un gramo periodo per le api che riescono a spingersi a grandi distanze pur di trovare qualche cespuglio fiorito o piuttosto fanno visita ai balconi dei nostri paesi o ai tigli disposti lungo le strade.

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Poi, a settembre, la seconda primavera! Rispuntano succosi fiori lungo le vie di campagna, si fa scorta di polline e nettare per l’inverno. Le api riposeranno solo a fine novembre, aspettando che il rigore di febbraio passi e ritorni la tanto attesa primavera.

Il nostro miele è così una sapiente miscela di essenze, lasciata all’intelligenza e al gusto delle nostre api. Assaggiando il nostro miele si possono sognare i campi illuminati dal sole, angoli di frescura fra i prati di papaveri e grano, fiori di mandorlo e ciliegio stillanti rugiada. E’ il trionfo della natura, il trionfo della bellezza multiforme del creato. Ad ogni assaggio non potremo non ringraziare le nostre laboriose sorelle!